Quante volte passeggiando nelle vie del centro di Torino e volgendo lo sguardo su un palazzo od un monumento, siamo curiosi di conoscerne la storia.

Tante volte, invece, andando al lavoro, a scuola o a fare la spesa, passiamo tutti i giorni  nelle stesse vie e non ci accorgiamo delle bellezze che ci circondano.

Spesso percorriamo il centro storico, le vie più famose: Via Garibaldi, Via Roma, Via Po, Piazza Castello…ma se per una volta girassimo l’angolo, cosa potremmo scoprire?

Porta Palatina: Porta Principalis Dextera, bella, imponente, una delle quattro porte di entrata del Castrum Romano. Ad osservarla bene, ci riserva delle sorprese di costruzione e soprattutto quello che oggi vediamo è solo una parte di un edificio più grande, che al suo interno aveva un cortile.

Sapete che è salva grazie all’azione di un importante architetto ed ingegnere, che volle preservarla da un abbattimento sicuro, in seguito ad un progetto di rinnovo urbanistico della città, voluto dal Duca Vittorio Amedeo II?

Avete mai sentito parlare di Monsù Pingone? Aveva una casa proprio vicino la Porta Palatina.

Nasce avvocato in quel di Padova, trasferitosi a Torino, diventa uomo di fiducia del Duca Emanuele Filiberto, che gli affida un importante compito, formare l’albero genealogico del Ducato

Queste ed altre curiosità nel mio #tour in libertà Torino in un originale tour per curiosi

Questo tour è adatto alle famiglie e alle persone curiose di conoscere luoghi insoliti non turistici situati nel centro storico, partendo dal periodo romano fino al XX secolo.

Con i miei racconti andrete curiosando la città in autonomia, accompagnati da una mappa con un itinerario segnato.

Un modo divertente di conoscere la città ai vostri ritmi: palazzi nobiliari ricchi di intriganti segreti ed i loro cortili, le onde fluttuanti, una particolare meridiana, uno strano “miracolo” ed alcune eccellenze piemontesi nascoste in un obelisco.

In questi piccoli luoghi ricchi di particolarità, non vi annoierete con gli aneddoti poco conosciuti anche ai torinesi!

https://www.torinodovecosa.it/tours/torino-in-un-originale-tour-per-curiosi/

 

 

Amore é là dove si può dire tutto o non occorre dire nulla

Albert Harper

Il Parco del Valentino

 

Uno dei parchi più frequentati ed amati dai torinesi è sicuramente il Parco del Valentino, luogo di incontri, di sport, di esposizioni. Incantevole da ammirare con la sua natura ed i piccoli animali come scoiattoli, cigni, papere che padroneggiano incuranti degli sguardi curiosi dei passanti.

Il nome del parco è legato, come spesso accade per questa città, a leggende e supposizioni. Alcuni studiosi fanno risalire il nome a San Valentino, le cui reliquie sono conservate dal 1700 nella Chiesa di San Vito, trasferite in seguito alla distruzione di una Chiesetta situata vicino al Parco, altri affermano che un tempo, proprio il 14 febbraio, si festeggiava in questo parco un rito misto fra religioso e mondano ed ogni dama chiamava Valentino il proprio cavaliere.

Nel parco è situato il Castello del Valentino ricco di storia e di leggende, che ha visto feste e fasti durante il periodo di reggenza di Madama Cristina, la Madama Reale. Si narra che molti dei suoi amanti sono stati accolti in questo castello  e che quando Madama Cristina era stanca di loro, i poveretti venivano gettati in un pozzo del castello che sfociava le sue acque direttamente nel Po.

Si narra che il corpo di un bellissimo stalliere rimanendo impigliato nella vegetazione, non scomparve nelle acque ma fu ritrovato sulla riva a poca distanza dal castello. Questo provocò una comprensibile confusione a Corte, poichè in molti conoscevano le abitudini della Contessa.

L’imbarazzo fu risolto con la testimonianza di molte persone che interrogate dai gendarmi riferirono che da qualche tempo il giovane aveva iniziato a giocare d’azzardo frequentando ambienti loschi.

Madama Cristina, la Madama Reale, così chiamata sia perché sorella del Re Luigi XIII di Francia e sia perché fu così abile da mantenere la reggenza del Ducato di Savoia in nome dei due figli piccoli, dopo la morte del marito Vittorio Amedeo I, avvenuta nel 1637. E’ grazie a lei ed al suo tocco di eleganza francese, che una città cupa, come era Torino nel 1619, anno in cui appena tredicenne sposò il Duca, riuscì a trasformare nello splendore di cui noi godiamo oggi.

Il castello del Valentino divenne la Sua residenza favorita e fu teatro di incontri galanti con il suo fedele amante, Filippo di Aglié, ex militare, uomo colto e brillante della nobiltà torinese, coreografo e scrittore.

Una relazione che iniziò in modo discreto e che si trasformò in un grande amore, dopo la morte di Vittorio Amedeo I.

Cristina aveva 24 anni quando incontrò Filippo, era bella, bionda, con tanta voglia di vivere e fu colpo di fulmine. In una lettera lo descrisse come un gentiluomo bello e spirituale. Lui le dedicò la sua vita, lasciando la carriera militare per diventare il suo amante, compagno e consigliere e le restò legato fino alla morte.

Furono i due amanti a dare i nomi alle stanze splendidamente decorate che compongono il palazzo,  ricche di stucchi e affreschi : la stanza Verde, quella delle Rose, quella d’Onore, dei Fiori, dei Gigli, la magnificenza della Stanza dello Zodiaco ed il Salone delle Feste e dei Fasti.

Il castello, Patrimonio dell’Unesco,  oggi è visitabile in date stabilite e con prenotazione obbligatoria, in quanto sede della Facoltà di Architettura

Alla fine del parco trovate il Borgo Medievale che  vi riporta indietro nel tempo con le sue botteghe, la Rocca, la Chiesetta, il cortile con la fontana del Melograno dove come a Roma  nella fontana di Trevi , è d’ obbligo lanciare una monetina ed esprimere un desiderio.

Completano ed arricchiscono questo splendido parco il giardino roccioso e la fontana dei dodici mesi, sfarzoso monumento risalente al XIX secolo a forma ovale con piccole cascate, statue allegoriche ed una terrazza.

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Volete conoscere altre leggende e curiosità?  seguitemi nei miei #tourinlibertà

https://www.torinodovecosa.it/tours/torino-fra-magia-misteri-e-leggende/

Se sei curioso e quando viaggi cerchi itinerari non convenzionali, segui i suggerimenti del mio libro, lo trovi su AMAZON o puoi richiedermi un copia con dedica 🙂 inviandomi una mail a info@torinodovecosa.it

Nel 2020 un desiderio si è realizzato, raccontare della nostra bella Italia. Un viaggio fra le bellezze delle nostre città, alla ricerca di emozioni e storie da condividere.

Scrivere un libro era il classico sogno nel cassetto, ma non riuscivo a metterlo in pratica, fino a quando la costrizione di stare a casa e una nuova amicizia, sono stati lo stimolo giusto per realizzare questo progetto.

Troverete aneddoti, storie, mistero, leggende ed enogastronomia legate al territorio, uniti ad un po’ di fantasia e qualche tour che vi accompagneranno nel vostro viaggio, reale o virtuale che sia.

Evelin e Armanda un’amicizia nata per caso, ha unito due passioni che abbiamo voluto condividere con voi: i viaggi e l’arte del cucinare.

Evelin postina di professione, cuoca per passione. Il suo sogno è aprire una società di catering, così già da piccola collezionava libri di cucina.

Io, Armanda,  curiosa e sempre pronta a partire, ho sognato di lavorare nel turismo già da ragazzina e da anni lavoro nell’accoglienza turistica, diventando in seguito, operatore del turismo esperienziale.

Evelin ha scritto le ricette ed io ho unito  la storia e le leggende alla fantasia, sperando di farvi provare le stesse emozioni che ci hanno accompagnato  scrivendo questo libro.

Nel libro si parla anche di quelle emozioni e sentimenti che ci agitano prima di ogni viaggio e che si rivelano passeggiando al Parco del Valentino a Torino,  godendo di un tramonto in riva al mare a Senigallia o rivivendo il Carnevale di Venezia.

Cinque regioni da scoprire: Piemonte, Veneto, Marche, Lazio e Campania

Sei ricette da gustare

I nostri consigli di viaggio e per finire i Vostri appunti di viaggio.

Emozionatevi con noi!

Per scoprire Torino con i miei racconti, la tua curiosità ed i tuoi ritmi, segui i #miei tour in libertà

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Torino si sa, ha vari primati con le sue piazze e strade, ricordando il mercato di Porta Palazzo, il più grande mercato all’aperto d’Europa. Forse non tutti sanno che nella provincia di Torino e precisamente a Venaria, c’è un altro primato che si chiama La Mandria.
Il Parco della Mandria, infatti, con i suoi 3000 ettari è il Parco recintato più grande d’Europa.
La presenza di questo vasto territorio è documentata già dal Medioevo, ma il progetto della Mandria inizia nel 1713 su idea dell’architetto Garove e successivamente di Filippo Juvarra. In questi anni questo ampio spazio serviva per l’allevamento di cavalli da carrozza e da sella .
Il Parco come lo conosciamo oggi, fu trasformato per volere di Vittorio Emanuele II che lo usò non per cerimoniali di Corte, ma per piacere ed uso privato. Era il luogo dove vivevano il Re e la Bella Rosina, molto belli sono gli appartamenti privati che troviamo all’interno del Parco.
Sia il Re che Rosina erano abili cacciatori amanti instancabili, si dice infatti, che la costruzione della piccola villa conosciuta come La Bizzaria, è stata costruita dopo una “voglia improvvisa” dei due amanti e ufficialmente progettata come reposoir del Re nelle lunghe giornate di caccia. Oggi viene utilizzata per girare scene di film e non è visitabile. Un’altra bella costruzione, anche questa non visitabile perchè in decadenza, è la Villa o Castello dei Laghi, costruito sempre su richiesta di Vittorio Emanuele II, che troviamo all’interno del Parco.
Il Parco fu sicuramente una fonte di lavoro e guadagno per molti contadini ed allevatori, è ricco di Cascine, la flora e la fauna sono riconducibili agli anni dei Savoia. Nel Parco circolano liberamente volpi, cinghiali, cervi, scoiattoli e una lunga serie di uccelli anche notturni. E’ vietato portare animali, proprio per salvaguardare questo equilibrio.
Una passeggiata nel Parco riequilibra la mente e lo spirito, è adatto a tutti, si può praticare sport, fare grigliate negli appositi spazi, andare in bicicletta (si può noleggiarle), visitare i cavalli e gli asinelli, ci sono anche pecore, capre e perfino un montone
Per chi vuole godere il Parco per l’intera giornata e non vuole cucinare ci sono ristoranti ed angoli ristoro e perfino un ostello
Varie attività dalla passeggiata in carrozza, per immergersi in antichi fasti o un giro nel trenino, In estate si svolgono attività anche serali
A me non resta che augurarvi buon divertimento!

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Ed eccoci ad un mese dal Natale, il 2020 lo ricorderemo per molto tempo, come un anno funesto, proprio come dice il proverbio: anno bisesto anno funesto, ma il Natale è la festa più bella dell’anno e va festeggiata

La magia del Natale scalda gli animi e io voglio ricordare una leggenda che narra della nascita dell’albero di Natale

C’era una volta un boscaiolo  sposato con una giovane donna che amava molto e  vivevano in una casetta nel bosco. La moglie amava cucinare ed avere la casa sempre calda. Il boscaiolo passava molto tempo nei boschi a tagliare la legna, che un po’ rivendeva e un po’ utilizzava per scaldare la sua casa, che aveva un bel camino di pietra.

La sera di Natale mentre tornava a casa tardi come al solito, vide sul sentiero un bellissimo abete alto e maestoso. Pensando a quanta legna potesse ottenere, iniziò a prendere le misure per tagliarlo quando si accorse che tra i suoi rami riusciva a scorgere le stelle, che col buio della notte erano talmente splendenti da sembrare delle luci appoggiate sui rami.

Affascinato da questo splendore,  decise  di non abbattere l’abete  e voleva che anche la moglie godesse di questo bellissimo spettacolo. Tagliò allora un abete più piccolo, lo portò davanti casa e lì accese delle piccole candele che fermò sui rami, attento bene che non bruciassero il legno.

La moglie del boscaiolo sentendolo arrivare si affacciò alla finestra, vedendo l’albero così illuminato  se ne innamorò al punto da bruciare la cena.

Da quel momento tutti gli anni la bella moglie del boscaiolo volle  avere sempre un abete illuminato davanti casa per Natale ed i vicini trovandolo bellissimo, lo  imitarono. Quest’uso  si estese nel tempo e divenne un’usanza che ancora oggi continua.

L’atmosfera del Natale ci coinvolge, i profumi di cannella e spezie nelle case e nei mercatini, le luci e gli addobbi nei negozi, i vestiti color rosso, oro, nero e argento nelle vetrine dei negozi, l’arrivo di idee regalo nei supermercati e tutte le proposte di menù gourmet per tutti i gusti e tutte le “tasche”, tutti si preparano al Natale

La città di Torino con le sue Luci d’Artista ci ricorda che le feste natalizia stanno arrivando e si inizia a pensare ai regali

Un’idea regalo economica e d’effetto è regalare un’emozione, quella dei tour in libertà!

Se fra i vostri amici o parenti c’è un appassionato di vino, per lui/lei ci sono le degustazioni con il percorso sensoriale

Regala un voucher valido per tutto il 2021 con la possibilità, a chi riceverà il regalo,  di scegliere quando e quale tour fare o le degustazioni

Info nel link https://www.torinodovecosa.it/product/idee-regalo-di-natale/

mail: info@torinodovecosa.it

 

Quando i sogni si avverano! Ecco proprio una radio che identifica quello in cui credo, la radio Web Sognare si può… e non è peccato, con la simpaticissima conduttrice Ivana Posti

Si parla di una passione per i viaggi che nasce da ragazzina e cresce negli anni, fino a realizzare un sogno: il turismo esperienziale e i tour in libertà

Cosa è un tour in libertà?  Un TOUR che permette di visitare la città in autonomia, andando alla ricerca di luoghi storici, particolari o angoli nascosti, avendo una visione differente dei luoghi. Una narrazione anticipa la scoperta e vi permetterà di immergervi nelle tradizioni locali, nella storia, nelle sue leggende e curiosità

Buon ascolto!

Ascolta “SOGNARE SI PUO’ – Armanda Celebrano Passione Viaggi” su Spreaker.

Sei appassionato di leggende od oroscopo? Contattami a info@torinodovecosa.it, i tour in libertà ti aspettano

Il Villaggio Leumann fu ideato dagli imprenditori svizzeri Napoleone Leumann e suo figlio e realizzato tra la fine del ‘800 ed inizio ‘900 come area residenziale su un terreno di 60.000 mq. per operai ed impiegati, annessa al cotonificio costruito nel 1875.

 

Situato in Corso Francia a Collegno, il villaggio ha una parte residenziale, con edifici dedicati agli alloggi degli operai e villette per gli impiegati e quadri dirigenti ed una parte con servizi comuni, quali i bagni, il lavatoio, la Chiesa, asilo e scuole elementari, un circolo impiegati e fu costruito anche un hotel ed una stazionetta. Le locomotive a vapore, successivamente elettrificate, univano Torino con la Val di Susa e la Francia, questa linea era utilizzata sia da passeggeri che da merci

Per le ragazze che venivano da fuori regione, c’era un Convitto delle Giovani Operaie dove c’erano le suore a “vegliare” sulla loro incolumità.  A disposizione degli operai, inoltre, un magazzino alimentare, un refettorio, un ambulatorio

Progettista fu Pietro Fenoglio, uno dei massimi esponenti dello stile Liberty a Torino. L’area di Collegno fu scelta per la presenza dell’acqua, migliore logistica e di prezzo inferiore sia di terreni che di manodopera (maggiormente costituita da donne e ragazzi provenienti da varie regioni italiane e dalle Valli) rispetto a Torino.

Un’iniziativa eccezionale sotto il profilo sociale, urbanistico ed industriale. Il concetto aziendale di Leumann era, rendi felice un uomo per avere un dipendente felice e produttivo.

Il cotonificio divenne una delle più importanti attività del Piemonte, nel periodo di maggiore sviluppo all’inizio del ‘900, aveva 1700 dipendenti, di cui 750 residenti nel villaggio

Dopo decenni di florida attività in conseguenza alla crisi del settore, si iniziò un ridimensionamento della produzione e successivamente alla chiusura nel 1972

Nel 1976 il villaggio fu acquistato dal Comune di Collegno ed ora fa parte della rete ecomuseale della Provincia di Torino

Attualmente le case sono ancora quasi tutte abitate, il cotonificio è stato trasformato e ci sono alcuni negozi di vestiti e rivendita di tessile

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La Reggia di Venaria, cosa aspettarsi e cosa si vedrà. Mini guida per visitarla al meglio

La Venaria Reale, nome importante per una città. Ma perchè “Reale”..sicuramente per la presenza della Reggia

Il Progetto inizia con Carlo Emanuele II di Savoia nel 1658 ed i lavori vennero affidati agli architetti Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove, contemporaneamente si sviluppa anche il Borgo della Venaria, la bellezza della Reggia deve vedersi già da inizio borgo, dove inizia la caratteristica Via Andrea Mensa. L’idea è quella di sviluppare una Residenza di caccia e di divertimento e i lavori proseguono negli anni con Vittorio Amedeo II che commissionò ulteriori interventi, affidando il compito a Filippo Juvarra, che divenne l’architetto ufficiale dei Savoia. Con la dominazione Napoleonica, la Reggia subisce varie trasformazioni, fino a diventare una piazza d’armi, l’intero complesso diventa a tutti gli effetti una caserma e questo suo nuovo ruolo durerà per vari anni. Venne infatti utilizzata per ospitare la Cavalleria Sabauda, con una scuola di equitazione e relativo allevamento di cavalli. Nel periodo successivo alla fine delle guerre napoleoniche fino al 1978  la reggia fu utilizzata a fini militari causandone un progressivo degrado. Già Napoleone aveva fatto il suo danno, ma nel periodo del dopo guerra, la Reggia viene smantellata di tutti i suoi averi da un popolo affamato e da vandali senza scrupoli.

Dal 1978 si inizia a pensare ad un restauro della Reggia, che come spesso accade in Italia, vede vari stop e riprese dei lavori negli anni, fino ad arrivare alla sua riapertura il 13 ottobre 2007, grazie a fondi privati, statali ed europei.

A distanza di 10 anni la Reggia di Venaria è  la Residenza Sabauda più visitata in Piemonte e  dal 1997 è entrata a far parte del sito UNESCO, ed ha acquistato la “Terza stella Michelin”, quale attrazione turistico culturale imperdibile italiana

Ma cosa si vede alla Reggia? La sala che resta nel cuore e si esprime in tutta la sua maestosità è sicuramente la bellezza della Galleria Grande, uno degli interventi più importanti effettuati dallo Juvarra, conosciuta erroneamente come  Sala Diana, dea della caccia, che si affaccia sui giardini ricevendo un’ottima illuminazione e “calore” in una giornata di sole, con le sue magnifiche vetrate e gli stucchi. Immaginiamola tutta addobbata per le grandi feste e lo charme delle dame e cavalieri mentre danzano!

Fanno da cornice le Scuderie Juvarriane e la Cappella di Sant’Uberto

I giardini e l’orto completano la bellezza di questa Reggia, sicuramente non maestosi e non importanti come la ben nota Reggia di Caserta, ma belli per la loro diversità di piante, per la presenza della Peschiera, del roseto, la Citroniera. Camminate con curiosità, immergetevi nei profumi e immaginate le belle passeggiate, i giochi, i sorrisi che i nobili di Corte effettuavano in questo splendore

Non perdete lo spettacolo, soprattutto all’imbrunire, che si effettua alla Fontana del Cervo con i suoi giochi d’acqua a ritmo di musica..affascinante

http://www.lavenaria.it/it

Siete appassionati di vino? Vicino alla Reggia, vi farò degustare il famoso vino piemontese e vi parlerò di abbinamenti con i più famosi piatti regionali ed italiani…le sensazioni del vino vi aspettano

Contattami a info@torinodovecosa.it

Approfittare del week end per una gita fuori porta è ormai un’abitudine e anche se la città che si vuole visitare non è proprio vicino casa, purtroppo il tempo a disposizione è sempre poco.
Torino è una città che merita ben più di pochi giorni per visitare il centro storico e i suoi dintorni. Tante sono le Residenze Reali, le collezioni e i Palazzi lasciati dai Savoia, oltre alle Chiese e luoghi Sacri
Ma cosa si può visitare in 2 giorni, sentendosi un po’ “Sabaudi”?
La risposta è facile per chi ha in mente di visitare i classici:
          Museo Egizio (circa 3 ore di visita con audioguida )
          Museo del Cinema, cioè la splendida Mole Antonelliana con l’ascensore panoramico (circa 2 ore). Il sabato si può approfittare di vederla in serale, è aperta fino alle 23.00
NB se non si è interessati a visitare tutto, si può decidere se comprare i biglietti solo del Museo o dell’ascensore
          Reggia di Venaria (qui il tempo di visita varia se si vedono anche le Mostre temporanee, solo la Reggia circa 2h30  passeggiando anche nei giardini)
– Per vedere la Reggia di Venaria, il consiglio è di prendervi del tempo, perchè la Reggia, pensando soprattutto alla sua ricostruzione, è bella e merita, ma per entrare nella vita del Re d’Italia dovete visitare gli appartamenti della Regina, o meglio della Bela Rosina.
Si trovano all’interno del Parco della Mandria, la visita è guidata in piccoli gruppi, ed al contrario della Residenza ufficiale, qui il Re si sentiva a casa e in famiglia. Le stanze sono piccole e il riferimento alla Vercellana è evidente in ogni stanza. Gli arredi per scelta del Re, sono quasi tutti piemontesi, questo a sottolineare l’amore per il Piemonte, ed è qui che la Vercellana lo accudiva, gli porgeva le pantofole e gli serviva pasti tipici ed abbondanti, parlandogli in dialetto
http://www.parchireali.gov.it/appartamentireali/
Queste tempistiche non mettono in conto le eventuali file di attesa, che variano secondo il periodo in cui si viene a Torino, il consiglio, quindi è giocare in anticipo, ormai tutti i musei permettono la prenotazione ONLINE e per abbreviare i tempi è consigliata
Se volete completare la Vostra visita con qualche nozione storica in più, Vi consiglio di approfittare di una passeggiata nel centro storico con guida turistica (1h30 circa). Gli uffici turistici e gli hotel propongono vari city tour a prezzi non eccessivi
Ma proviamo qualcosa di diverso, per conoscere i vari “colori” della città
Ecco un breve itinerario per visitare Torino
– Torino da sempre conosciuta per la FIAT, merita una visita il Museo dell’automobile, un tragitto che Vi porterà a conoscere l’importanza raggiunta dall’auto in Italia, con una bella esposizione, rappresentata anche da aneddoti e filmati. Non pensate ad un museo per soli uomini appassionati di motori. E’ una visita adatta a tutti! (circa 2h30)
http://www.museoauto.it/website/it
– Il Parco del Valentino non è il solito giardino pubblico. Molto amato dai torinesi…e dagli scoiattoli… all’interno si incontra il Castello del Valentino, il Borgo Medievale e la sua Rocca (la visita è guidata in piccoli gruppi) e alla Fontana del Melograno ricordatevi di lanciare una monetina esprimendo un desiderio…forse si avvera
Qui bisogna concedersi del tempo per gustare un aperitivo o il famoso “bicerin”  una tipica bevanda  torinese analcolica,  che prende origine da una bevanda del ‘700 dal nome “bavareisa” composta da caffé, cioccolato e crema di latte e servita in bicchierini tondi e trasparenti..ed ecco il nome Bicerin.
 All’interno del Parco ci sono alcuni ristoranti e luoghi di ristoro per un pranzo veloce o tipico, godendo della vista del Po
Si sa che quando siamo in visita ai monumenti il pranzo è sempre fugace, ma la sera è dedicata al convivium, quindi concedetevi una cena tipica piemontese, i ristoranti più frequentati (non solo dai turisti) che propongono cucina tipica, li trovate in Piazza Vittorio Veneto e nelle strade laterali.
La zona di San Salvario, situata di fronte al Parco del Valentino, è ricca di localini e ristoranti tipici, è una zona poco conosciuta dal turista, ma se scoprire la parte multietnica  e più giovane (è la zona dell’Università) della città vi incuriosisce, allora sarete i benvenuti
Ed ecco che i 2 giorni son passati..è ora di rientrare a casa! Io vi aspetto per altri itinerari con qualche giorno in più
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Ecco un breve itinerario per visitare Torino in un giorno. Il tempo sembra un pò ridotto, ma noi proviamo con l’aiuto di una torinese doc Cristina B. che ha vinto il nostro sondaggio su Facebook, ad accompagnarvi “per mano” per farvi visitare monumenti, alcuni più conosciuti, altri meno ma ugualmente importanti.
 Partenza da Villa della Regina, siamo in zona collina subito dopo aver “attraversato” il Po.
Aperta tutti i giorni, escluso il lunedi, dalle 10 alle 18.00
La bella villa seicentesca con i suoi giardini e vigneti, fa parte dell’UNESCO e negli ultimi anni le vigne sono “rinate”. Ora infatti, si produce vino in edizione limitata ed è il FREISA Doc di Chieri, un vino che rispetta le origini nobili della Casa

Da Villa della Regina ci spostiamo verso il centro storico di Torino, arrivando alla Chiesa della Gran Madre, alla base della collina. Fermiamoci a prendere un gelato o un caffè al bar che si trova proprio nella piazza

Una visita alla Chiesa, aperta tutti i giorni dalla mattina fino alle 19.00, costruita nel 1814 per celebrare il ritorno di Vittorio Emanuele I di Savoia dopo la sconfitta di Napoleone. Molto particolare nella sua forma imponente, acquista maggiore fascino la sera, quando grazie all’illuminazione notturna la sua immagine si riflette nel Po

Attraversando il ponte Vittorio Emanuele I ci ritroviamo in Via Po, via dello shopping e dei vari bar e caffetterie dove ci si può fermare per uno spuntino

Via Po collega Piazza Vittorio Veneto a Piazza Castello, dove troviamo il Polo Museale di Palazzo Reale, il consiglio è di visitarlo tutto, con gli Appartamenti Reali, l’Armeria, la Biblioteca Reale, i giardini. Dal martedi alla domenica dalle 8.30 alle 18.00

Accanto al Palazzo Reale c’è la Chiesa di San Lorenzo con la sua importante Cupola, nota anche come Real Chiesa, in quanto voluta dai Savoia. Una particolarità: dall’esterno non sembrerebbe un luogo di culto, questo volutamente pensato per non spezzare la simmetria con il Palazzo Reale e Palazzo Chiablese, nessun decoro esterno, infatti, si presenta nella facciata

A voi la scelta di come finire questa bella e ricca giornata di visite:

  1. In Piazza Castello si trova Palazzo Madama che racchiude l’architettura dal Medioevo al Barocco ricco sempre di importanti Mostre. Aperto dalle 10 alle 18.00 escluso il martedi
  2. Superando il cortile di Palazzo Reale si arriva alla Cattedrale di Giovanni Battista, situata nell’omonima Piazza, ma per tutti i torinesi è semplicemente il Duomo. Qui trovate la Cappella della Sindone, con esposta la copia dell’originale, custodita proprio nella Cappella. Vari monitor vi mostrano le diverse ricerche effettuate e raccontano la storia del “lenzuolo” più discusso del Mondo
  3. In alternativa, proseguite per Via Garibaldi che parte da Piazza Castello, considerata la via dello shopping più lunga d’Europa. Lasciando via Garibaldi all’altezza di Via della Consolata, si supera Piazza Savoia e si arriva al Santuario della Consolata (così chiamato dai torinesi) aperto dal mattino fino alle 19.00. Oltre ad essere un capolavoro di barocco piemontese, è uno dei luoghi di culto più amati dai torinesi.

Ed è proprio in Piazza della Consolata che potrete bere il migliore Bicerin della città, la tipica bevanda torinese a base di caffè, cioccolato e crema di latte.

La giornata è sicuramente terminata, ma è stata densa di ricordi da portare a casa. Storia e cultura di una città che regala fascino ed emozione in ogni angolo

Io vi aspetto alla prossima lettura…

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